Giornalista, attivista e femminista. A 93 anni racconta con ironia la sua storia. Che, in parte, è anche la nostra.
Quando la chiamo per chiederle l’intervista accetta. Ma mi chiede cosa voglio sapere. Le farei cento domande, spiego. «Cara, sono troppe, su cosa?», risponde. Sulla sua vita, ribatto. «Vabbè, allora sì, ma non voglio dirti nulla se non rispondere alle tue domande perché il resto lo scrivo io e mi faccio pagare», aggiunge ridendo.
Sedersi nel salotto di Natalia Aspesi circondata da migliaia di libri con questo refrain in testa non è facile. Perché lei, 93 anni appena compiuti (il 24 giugno), rappresenta IL GIORNALISMO italiano. Ha scritto di tutto, dalla cronaca alla moda, al costume, passando per cinema e musica e tiene, da 30 anni, una rubrica sulla Posta del cuore. E non è facile anche perché mi ha chiesto di farle solo «domande brillanti». Mentre mi accomodo accanto a lei, un gatto - «Si chiama Mimma, ce l’ho da tanti anni, ti dà fastidio?» - mi si strofina sulle gambe e si accoccola ai miei piedi. E io penso, bene, una domanda gliel’ho già fatta, preferisce i gatti. E anche io amo i gatti.
1) La sua è stata una vita meravigliosa, sessant’anni di giornalismo, le hanno dato una medaglia al valore? No, non esiste, mica siamo alpini. Avrò preso solo quella che danno a tutti i giornalisti per i 50 anni di contributi, ma non me lo ricordo. Vabbè.
2) Cosa le ha insegnato questo lavoro? A vivere, il lavoro è una delle cose più importanti per le persone, soprattutto per le donne.
3) Quando si sveglia al mattino è felice? Sì, penso ad esempio, oggi devo fare un pezzo sugli alpini...
4 Lei è felice se le chiedono un pezzo? Non me lo chiedono, sono io che decido cosa voglio scrivere.
5) Abita a Milano, ha sempre vissuto qui? Sì, nata e vissuta.
6) Ha mai pensato di trasferirsi altrove? Sì, verso la fine degli anni 80, a Londra, era una città meravigliosa, con belle mostre, ma avevo una vita qui ed è andata benissimo così.
7) Suo padre è morto quando lei aveva solo quattro anni, chi aveva eletto come figura maschile? Nessuno, la nostra è stata una stupenda famiglia composta da mia mamma, mia sorella, me, una sorella della mamma, sua figlia - Anna Piaggi, la grande giornalista di moda - e un figlio maschio. Sono morti tutti, son qua solo io.
8) Qual è il ricordo più bello di sua madre? Non si può delimitare, è stata una madre meravigliosa. Mi ha insegnato ad adattarmi a tutto. Abbiamo vissuto nell’estrema povertà, ma non me ne sono mai accorta. Non l’ho mai vista piangere, neanche durante la guerra. Mi ha sempre aiutato, solo una volta è stata dura.
9) Quando? Ero in Inghilterra a fare la cameriera per imparare l’inglese. Appena arrivata ero capitata nella casa di una vecchia pazza che mi trattava male: erano gli anni 50, eravamo ancora nemici, sconfitti ma nemici. Ho telefonato a mia madre per dirle che tornavo, avevo solo il biglietto di ritorno in treno. Mi ha risposto: qui non c’è posto per te.
10) Cosa ha fatto? Senza sapere una parola ho trovato un’altra famiglia dove sono stata benissimo e, quindi, aveva ragione lei perché un po’ di inglese l’ho imparato.
11) Cosa ha studiato? Liceo artistico dalle Orsoline a Milano.
12) Può fare un disegno per Marie Claire? No, non ero capace allora e non mi piaceva, figuriamoci ora.
13) Ma perché ha fatto quel liceo? Durava quattro anni anziché cinque. Dopo due di ginnasio, mia madre mi ha detto: tu devi lavorare. E quindi ho cambiato.
14) Lei come ha reagito? Ho pianto molto, perché ero innamorata del greco e del latino. Ma, poi, ho preso il diploma.
15) Sua mamma, cosa sognava per lei? Che facessi la professoressa di disegno, lei era maestra.
16) Ha mai insegnato? Ho tentato per due anni, ma ho così odiato i ragazzi delle medie che ho detto a mia mamma: piuttosto faccio la puttana. Poi, sono andata a fare l’impiegata.
17 Il primo lavoro? In un piccolo ufficio per cravatte, facevo disegnini cachemire, ma ho dovuto smettere perché mi accecavo.
18) La sua carriera di giornalista come è iniziata? Per caso. Mi ha chiamato a La Notte (quotidiano del pomeriggio milanese, ndr) un ex fidanzato, eravamo rimasti amici. Mi ha detto: mi scrivevi delle lettere così belle, perché non provi?
19) Scriveva lettere d’amore? Sì, tante. E ne ricevevo altrettante.
20) Il suo primo pezzo? Una mostra di cani a Bellagio.
21) Com’è andata? Ho capito che mi sarebbe piaciuto moltissimo fare quel mestiere.
22) Poi è stata assunta? No, anzi mi chiamò il capo del personale e mi disse: qui non assumeremo mai donne. Quindi ho continuato a collaborare e contemporaneamente a lavorare come segretaria in un’industria che importava macchine per fare il formaggio. Mi presero, invece, anni dopo, a Il Giorno perché se ne era andata Adele Cambria, giornalista bravissima. Si era licenziata perché avevano licenziato il direttore, un gesto epocale che fece solo lei fra 300 uomini.
23) Quanto guadagnava? Non ricordo, ma all’inizio poco perché ero stata assunta come impiegata. Quando sono andata a la Repubblica di più. I giornalisti allora guadagnavano tanto, adesso non è più così. Non solo, per un servizio di cronaca si usciva con la macchina, l’autista e il fotografo.
24) A la Repubblica l'ha chiamata Eugenio Scalfari? Sì, proprio lui.
25) Andava ai festival, alla Coppa America, faceva le manifestazioni politiche, scriveva di costume. Un po’ di tutto? Sì, ma la cronaca nera era la mia preferita.
26) I delitti, caspita... Sì, le Brigate Rosse. Ma anche i delitti passionali. Facevamo delle belle storie coi morti, oggi sono fatte male.
27) Il giornalismo è cambiato? Tantissimo, anche in cronaca, perché è cambiato il mezzo. La carta non la vuole più nessuno, e sui social non si richiede che tu sappia l’italiano, anzi. Però si scrivono più libri e i bravi giornalisti ci sono sempre.
28) Che quotidiani legge? The New York Times, The Guardian e scorro la Repubblica. Compro una volta a settimana Il Foglio e mi piace anche il francese l’Obs. Sul web L’inchiesta e Il Post.
29) È vero che è stata anche in Vietnam quando c’era la guerra? Sì, ma solo l’ultimo mese.
30) C’era anche Oriana Fallaci? Sì. Quando arrivai lei era già lì, aveva molta cultura per quel tipo di giornalismo, io non lo avevo mai fatto, non so perché mi mandarono. Mi ha accolto con una scenata: perché sei venuta qui, non sai niente… Poi siamo scappate con l’ultimo aereo, un Air France, che partiva da lì per l’Europa.
31) Era invidiosa? No, presuntuosa. Che poi se rileggo i suoi articoli oggi sono brutti, non c’è dentro niente, parla solo di sé.
32) Lei scrive in prima persona? Preferisco il noi all’io, ma se mi riguarda lo uso.
33) Ha intervistato sia i Beatles sia i Rolling Stones? Sì.
34) Chi preferisce? I Beatles, erano tanto carini, giovani, freschi. Li ho conosciuti prima dell’India, poi sono diventati dei drogatoni.
35) Dopo la musica, la moda… L’ho amata pazzamente e l’ho imposta al giornale. I quotidiani, allora, non la volevano, non avevano bisogno di soldi come adesso. La moda ha significato nuovi personaggi, l’invasione dei gay senza nascondersi, la Milano da bere, Craxi: allora era società e ha fatto tanto per l’economia italiana. Ma il giorno in cui una stilista mi fermò alle sfilate e mi disse: tu hai dedicato più righe ad Armani che a me, lo dirò alla pubblicità, non ho più scritto.
36) Lo stilista che più ha amato? Nessuno. Troppo finti, mi dicevano adorata, meravigliosa. Mi adulavano. Il giorno in cui ho smesso di scrivere non ho più ricevuto non dico i fiori, ma neppure gli inviti. Certo Walter Albini era meraviglioso e Karl Lagerfeld un uomo coltissimo.
37) L’altra sua grande passione è il cinema... No, io non ho grandi passioni. Mi va bene tutto. Mi piace l’opera, andare alla Scala, ai Festival. Più di tutto mi piace leggere. Vedi... (mi mostra le centinaia di volumi sulle librerie).
38) Questi libri che fine faranno? Li ho già affidati a una fondazione, li ritireranno quando vado al creatore.
39) Va ancora molto al cinema? Poco, mi devono accompagnare. Però riesco ad averli sul computer.
40 Divano o grande schermo? Telefonino.
41) Lei è digitale? Uso il computer per lavorare e lo smartphone per i social, Instagram e TikTok, che mi diverte molto. E per vedere le serie tv. E non mi chieda quali, ne vedo talmente tante…
42) Va bene. Allora i film della vita? Barry Lindon, l’avrò visto 30 volte, Il nastro bianco e - non lo dovrei dire perché mi sgridano, ma a me piace tantissimo - Il marchese del Grillo.
43) Cannes o Venezia, quale Festival sceglie? Tutti e due, Cannes è glamorous, mondanamente stupendo. Venezia ha la scelta dei film più belli del cinema.
44) Mi hanno raccontato che a Cannes lei aveva un pass bianco (ce ne sono pochi) che le permetteva di arrivare ovunque, sedersi per prima e intervistare tutti. È vero? No. La gente se ne inventa di ogni colore. Certo, è ovvio, con 10mila giornalisti e 300 posti, ci sono delle precedenze.
45) È vero che ha finto di svenire per intervistare Elizabeth Taylor? Sì, ci sono riuscita e lei è stata anche molto carina.
46) Marilyn Monroe, l’ha mai conosciuta? No. Ho conosciuto bene Sophia Loren, sono andata a trovarla spesso anche a Ginevra. Una donna meravigliosa, simpatica, intelligente.
47) Ha tante amiche attrici? Nessuna. Però registe sì, Emma Dante e Andrée Ruth Shammah. Ma io vivo a Milano e non frequento quel mondo mostruoso che è Cinecittà.
48) L’attore di cui si è innamorata? Nessuno, sempre avuto e voluto solo i miei amori. Come giornalista sono indifferente.
49) Non ci credo. E lei risulta indifferente? Fino a 30 anni fa la gente mi fermava per la strada, mi riconosceva perché leggeva il quotidiano, adesso se non sei un influencer non sei nessuno.
50) Lei però scrive ancora molto, vero? Sì.
51) Non è in pensione? Sì, da 30 anni, ma ho sempre continuato a lavorare con uno stipendio. Non voglio essere pagata a pezzo, se no ti fregano.
52) Il 9 ottobre 1992 la Repubblica le affida la rubrica Questioni di cuore, che ora si chiama Posta (non solo) di cuore ed esce su Il Venerdì. La leggo sempre e non lo dico per adularla… Non ci riuscirebbe. Io voglio stare nel mio angolino al buio, fare le mie cose e basta.
53) Riceve sempre tante lettere? Tante prima, oggi meno.
54) Dove le archivia tutte? In scatole. Molte sono finite anche nei libri. Le più interessanti sono quelle vecchie, scritte a mano, che arrivavano con la busta, oggi le ricevo quasi tutte via mail e quelle le butto quasi tutte (mi mostra il cestino pieno).
55) Ma chi scrive? Sempre più uomini e poco d’amore perché i nostri lettori ormai sono vecchi. O forse ci saranno anche i giovani, ma non scrivono. A parte Luca.
56) Chi è Luca? Un ragazzo che voleva fare una tesi, mi ha chiamato “tenutaria della posta del cuore”. Gli ho risposto, ma con garbo gliene ho dette quattro.
57) Quindi, niente tesi? Non lo so, non mi ha più scritto. Ma questi giovani si devono informare. Pensare che oggi è semplice, basta cliccare e appare Wikipedia, anche se con errori. Io, invece, dovevo andare nelle biblioteche, studiare.
58) Fino a che età si cerca l’anima gemella? Chi ha voglia dell’anima gemella! Gli incontri sono quasi tutti di sesso. Bisognerebbe sposare un gay, così si elimina il problema del sesso, che fin quando c’è ti rende la vita bella, dopo cominciano a nascere le differenze.
59) Dei suoi amori chi ricorda di più? L’ultimo, Antonio (Sirtori ndr), l’ho amato per 38 anni. Se penso alla vita li ricordo tutti, ma se penso all’amore solo a lui.
60) Non vi siete mai sposati, come mai? Sono stata io. Non so perché: non ero né pro né contro.
62) È pentita di non avere avuto figli? Nooooooo, io detesto i bambini, non so cosa dirgli.
63) Forse perché non li ha mai avuti? No, pensa che ho cominciato a parlare con mia nipote - che ora ha 48 anni ed è una donna meravigliosa - solo quando aveva 14-15 anni.
64) Cucina? Mi piace, o meglio piaceva. Ora sono stanca.
66) Cosa mangia stasera? Riso saltato.
67) Insieme a un bicchiere di vino? No, astemia totale. Sono noiosa.
68) In casa i mestieri li ha mai fatti? No, mai. Anche da poverissime, negli anni 40-50, avere la cameriera era semplice, le contadine venivano a lavorare pur di mangiare qualcosa, la nostra - povera donna - dormiva in cucina. Comunque la mia mamma mi diceva sempre: fai qualunque cosa, ma mai lavare i piatti.
69) Usa la lavastoviglie? Non so mettere i piatti dentro.
70) L’hanno definita giornalista eccezionale, femminista, grande intervistatrice, critica cinematografica. Lei come si definisce? Solo una vecchia.
71) Il miglior complimento che ha ricevuto? Non lo so, e credo che queste cose si inventino.
72) Le piace ridere? Sì, non sono mai arrabbiata. Ma oggi la gente ha poca ironia e sghignazza.
73) Il pregio principale? Il buonumore.
74 Il difetto? Non ne ho. (Ride). Forse mi incazzo facilmente, ma, poi, mi pento subito.
75) Ha dei rimpianti? Sì, aver perso 10 anni di sesso. La mia generazione è stata fregata. La società civile, persino i comunisti, era sessuofoba. Il povero Palmiro Togliatti si doveva nascondere in soffitta con Nilde Iotti.
76) Ha paura di qualcosa? Del momento in cui si passa dalla vita alla morte, credo sia bruttissimo, se hai ancora la testa per rendertene conto, ovviamente. Della morte no. Sei morto.
78) E cosa crede che ci sarà dopo? Rispetto tutte le religioni, sono molto appassionata di storia ebraica. Ma sono atea e penso che il mondo finirà, o, per lo meno, questa galassia è destinata a finire e stiamo facendo di tutto perché questo succeda.
79) Di chi si fida oggi? Di certi uomini veri come Mario Draghi. Gli vorrei scrivere una lettera per esprimergli la mia fiducia e dirgli che deve avere la pazienza di sopportare questa gentaglia che ha attorno e che pensa solo alla sua poltrona.
80) L’età le ha dato saggezza?
No, mai stata saggia. Solo indifferente. Penso pochissimo a me.
81) Quanti libri ha scritto? Negli anni 70 stupidaggini sul sesso e sulla coppia. L’unico di cui vado fiera è: Il lusso & l’autarchia (uscito nel 1982 per Rizzoli, ndr), che mi hanno copiato tante volte.
82) Ce n'è uno il cui titolo dice: Delle donne non si sa niente (Il Saggiatore), è vero? Gli uomini sono quello che vedi, le donne sono molto misteriose. Io stessa non so di me.
83) Si è mai sentita discriminata come donna? No, se mai avvantaggiata. Pensa che a Il Giorno poco dopo l’assunzione mi hanno fatto inviata per non lasciarmi in una redazione dove c’erano solo uomini. C’è gente che aspetta 10 anni.
84) Oggi le donne stanno meglio di ieri? Nessuno sta meglio.
85 Il gender gap c’è ancora? Sì, ma è la biologia che ci rende diversi. Guarda la guerra: gli uomini soldati, le donne via coi figli.
86) Perché ci sono ancora differenze? La natura vince. Non la puoi negare. Come mai gli uomini di colpo mettono una divisa, stuprano e ammazzano? Prima certo anche i ragazzi russi bevevano gli aperitivi e scopavano le ragazze. Che cosa è cambiato?
87) La parità non ci sarà mai? Per fortuna no, non vorrei essere pari a un uomo. L’uomo è fragile, senza la mamma non è nessuno. Le donne sono coraggiose, solo il fatto che mettono al mondo i figli, la forza della natura. E poi cosa vuol dire parità?
88) Me lo dice lei? Le donne oggi continuano a lamentarsi perché gli toccano il culo. Anche a noi succedeva, ci voltavamo, li insultavamo, gli davamo un calcio nelle palle. Ci difendevamo, oggi subiscono. E poi le ragazze di oggi pare che si siano dimenticate delle conquiste fatte, il divorzio, l’aborto, il diritto di famiglia. Fino al 1975 le donne non avevano nemmeno la potestà sui figli. Se penso alle recenti dichiarazioni di Elisabetta Franchi…
89) Cosa pensa? Ha detto stupidaggini. Ma guardo il lato positivo: finalmente troveranno lavoro le donne non più giovani che nessuno vuole. Se io fossi una cinquantenne direi: grazie signora, mi assuma. Basta ipocrisie.
90) Quali ipocrisie? Anziché continuare a parlare del corpo le donne devono chiedersi perché sono pagate meno. O peggio perché oggi tutti, uomini e donne, sono pagati meno.
91) Se lo mette ancora il rossetto? Sì, quando esco. Se devo andare a un evento importante viene la truccatrice.
92) Look sempre uguale, caschetto e occhiali tondi? Sì, da giovane, però, avevo i capelli biondi lunghi e la frangetta. Peccato, non ho più le foto. Gli occhiali, invece, li cambio spesso.
93) Anna Piaggi le ha mai dato consigli su come vestirsi? No, avevamo rapporti molto intellettuali. E, poi, io mettevo pantaloni e maglietta, lei abiti del ’700.
94) Mai gonne? No, ho le caviglie grosse.
95) E abiti da sera? Quelli lunghi tanto. Mi hanno portato via una foto di me quarantenne con un bel vestito con tutta la schiena nuda, mi manca perché sulla mia tomba…
96) Quindi, una tomba? No, voglio essere cremata.
97) E le ceneri, sparse da qualche parte? No, nel cesso. Chi mi vuol bene mi vorrà bene lo stesso.
98) Si rimane nel ricordo delle persone? Dipende sia dalle persone che da te: se uno è stronzo sono ben contenti di dimenticarlo.
99) Lei ha vissuto tutti i presidenti della Repubblica: quale sceglie? Mattarella perché è bello, con quei capelli bianchi e folti. È una mente sottile, sta mantenendo in equilibrio un Paese con troppi stupidi.
100) Ma perché sulla sua carta d’identità non aveva voluto far scrivere “giornalista”? Perché io sono una persona, non una giornalista. Io sono Natalia Aspesi, giusto?