Nella ex fabbrica Safilo, iVision riporta in Friuli l’occhialeria d’alta gamma - Nord Est Economia

2022-10-15 09:19:21 By : Ms. Grace Wang

L’azienda produce 2mila occhiali al giorno, che diventeranno 3mila entro l’anno Tra i clienti si contano Thélios e Marcolin. Nel ’22 l’obiettivo è 18 milioni di ricavi

MARTIGNACCO. Corsi e ricorsi. Accade anche nella vita delle imprese. Ed è accaduto a Martignacco, in quella che è stata la sede friulana di Safilo. Rilevata nell’ottobre 2020 da iVision group è stata riconvertita inizialmente alla produzione di mascherine chirurgiche e Ffp2, poi è tornata – appunto – alla produzione di occhiali avviando contatti con i principali player dell’occhialeria di lusso, seguiti dall’arrivo delle prime commesse di valore, dalla riaccensione dei macchinari, dal richiamo dei collaboratori dalla cassa integrazione.

Nel giro di un anno, i fratelli Eva, Federico e Stefano Fulchir, fondatori di iVision, hanno riportato insieme al dg della divisione eyewear il sito produttivo di Martignacco ad essere centrale nella geografia nordestina dell’occhialeria. Sono stati capaci di farsi affidare da aziendel calibro di Thelios (gruppo LVMH, proprietario di marchi come Celine, Dior, Louis Vuitton) e Marcolin (Tom Ford e Tod’s) la produzione di occhiali di alcune delle griffe più amate.

«Oggi produciamo circa 2mila occhiali al giorno e arriveremo a circa 3mila entro fine anno» fanno sapere i fratelli Fulchir.

«Per produrre un occhiale ci vogliono dalle 25 alle 30 fasi - racconta il dg Marinelli -. Abbiamo riordinato il flusso produttivo, investito nella formazione e nell’automazione industriale. Ciò non toglie importanza alla parte artigianale, che occupa ancora circa il 30% della produzione ed è fondamentale, garantita dal know how di molti collaboratori. Per noi, il capitale umano è fondamentale e vogliamo valorizzarlo, stimolando il team e portandolo a raggiungere gli obiettivi prefissati, in un clima propositivo».

I lavoratori finiti in cassa integrazione straordinaria dopo la dipartita di Safilo (costretta a chiudere dopo aver perso la licenza di Dior) sono in parte rientrati in azienda. «Ne abbiamo ricollocati una sessantina - fanno sapere ancora Eva e Stefano Fulchir -, i restanti 60 sono in contratto di solidarietà ma contiamo di reintegrarli mano a mano che aumenteremo i volumi di produzione, tenendo presente che abbiamo una capacità installata di fino a 4.000 occhiali al giorno».

Con 30 collaboratori già in capo ad iVision prima dell’acquisizione del sito di Martignacco, il gruppo oggi conta 200 persone, di cui 150 in Friuli e una 50ina negli Usa, dove ha investito in Pertech, azienda che progetta e produce device tecnologici, partner ideale per il gruppo friulano, che i primi passi li ha mossi (ormai 10 anni fa) occupandosi di software e che oggi si sta approcciando al metaverso.

La sintassi produttiva di iVision di primo acchito può apparire sgrammaticata. Che c’entrano le mascherine (ne produce 100 chirurgiche e 30 Ffp2 al minuto), gli occhiali e il lavoro per l’ambiente digitale tra loro? E cosa con la quarta, neonata divisione, Edilvision, che risponde all’esigenza contingente dell’edilizia di pannelli per realizzare i cappotti degli edifici e che in appena 6 mesi ha servito più di mille cantieri distribuendo 20mila mq di materiali? La chiave sta in una parola: flessibilità. «Abbiamo messo a punto una piattaforma industriale e manageriale che partendo dallo studio del mercato, dalle esigenze di oggi, è in grado grazie a un’importante ragnatela di relazioni di fornire risposte in tempi brevi, assicurando servizio e prezzi competitivi» raccontano ancora i Fulchir con la forza dei primi numeri: il 2021 chiuso con 7 milioni di euro di ricavi, il 2022 con 20 milioni di obiettivo. —

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