Truffe agli anziani, presa la gang dei finti tecnici del gas che depredava i pensionati - la Repubblica

2022-10-09 12:08:54 By : Mr. Jimmy Deng

Gli hanno preso l'orologio che era un ricordo del nonno, "d'argento con la scritta Philadelphia", e "un altro a cui tenevo molto, oro, della Zenth" . Ma anche "i coralli di mia moglie" e i ricordi più cari, quelli di famiglia, "donati per le comunioni". Una truffa che ha sconvolto la vita di Giancarlo - nome di fantasia - ottantenne romano che ha deciso di raccontare a Repubblica la truffa subita. "È stato uno shock", ripete come un matra. D'altronde la truffa a un anziano è un delitto particolarmente odioso e meschino, che sovente colpisce non soltanto il truffato, ma una famiglia intera: "si sono portati via anche le chiavi dei miei figli, sono stati costretti a cambiare la serratura". Superarla non è facile. "Da quel giorno sono diventato più diffidente, più cattivo", spiega. A ridargli speranza è stata la Polizia di Stato, che con due arresti effettuati ai danni di un 53enne (in carcere) e di un 41enne (ai domiciliari) ha fermato due truffatori seriali, che si fingevano tecnici del gas, accusati di averne commesse 21 ai danni delle persone anziane. Un lavoro eccezionale compiuto dagli investigatori della Questura di Roma, fatto di indagini a tutto campo, pedinamenti, osservazioni e piena vicinanza alle vittime.

Non è facile tornare con la mente a quella mattina, ma Giancarlo prova lo stesso a raccontare i fatti. Dopo essersi svegliato era andato a fare la spesa. "Avevo fatto acquisti dal fruttivendolo - racconta - e avevo due buste pesanti, la prima in una mano e la seconda nell'altra". Quattro chili di pesche, un po' di verdure. Insomma, il necessario per qualche pasto salutare, ma una persona anziana, con tutto quel ben di Dio fra le braccia, può fare fatica a tenere dritto il passo. "Barcollavo un po', si è accostata una persona - prosegue - che indossava una mascherina, degli occhiali da sole e cappello, tutto di colore nero". L'uomo, che Giancarlo descrive di un'altezza intorno al metro e sessanta, si offre di aiutarlo con una scusa: "mi ha detto l'amministratore di condominio che devo controllare i termosifoni", dice prima di entrare in azione. Giancarlo naturalmente si fida e accetta l'aiuto di quello che, in prima battuta, si è presentato come un tecnico del gas. "Ha preso la mia spesa e l'ha portata dentro casa. Io sono entrato per primo, lui stava dietro. Adesso, però, ho capito che quando è entrato non aveva chiuso la porta, perché dietro di me deve essere entrata una seconda persona che si è nascosta in casa". Il finto tecnico ha tranquillizzato la sua vittima: "siediti, i termosifoni vanno bene, uscirà un po' di acqua nera, ma vanno bene". E almeno per i riscaldamenti Giancarlo poteva stare tranquillo. Ma non sapeva ancora che il peggio stava accadendo proprio in quegli istanti.

"È stata una cosa semplice, ma ben ignenata", continua Giancarlo, che ha spiegato il trucco utilizzato: "mi è stato chiesto di aprire la cassaforte, perché dicevano che lì ci passava il tubo del riscaldamento, e invece non era vero niente. Il finto tecnico, dopo una telefonata, che serviva a far sapere che era stato preso tutto, è sceso in strada in un lampo. Quando sono tornato a controllare la cassaforte l'avevano svuotata. Sono sceso anche io, ma erano già andati via". Ma chi era stato a svuotarla se Giancarlo non aveva perso di vista l'uomo che era entrato con lui e che si trovava in cucina? "La persona che, all'inizio, era entrata dietro di lui e si era nascosta in casa, forse dietro una tenda", è sicuro l'anziano. Oltre ai gioielli nella cassaforte c'erano anche 3500 euro in contanti. "Due stipendi".  

Gli arrestati, una volta all'interno delle case delle vittime, agganciate in una via vicino casa, le convincevano a riporre tutti i monili in oro e il denaro in una borsa da riporre nel frigorifero o nei pressi della porta d’accesso. “Per proteggerli da possibili danneggiamenti conseguenti ad eventuali esplosioni”, dicevano.  A qual punto, mentre l’anziano veniva distratto da un primo soggetto, una seconda persona - in contatto con il complice a mezzo di auricolare -  furtivamente entrava in casa rubando quanto riposto nella borsa per poi fuggire.  

Gli agenti del distretto San Giovanni, in collaborazione con la Squadra Mobile di Torino e sotto il coordinamento della Procura, hanno eseguito le due misure cautelari al termine di un'operazione articolata.  

Attraverso una serie di strumenti (tra cui consultazione quotidiana dei sistemi informativi in uso alle forze di Polizia, l’ascolto delle note radio diramate dalla sala operativa, l’acquisizione delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza, i servizi di osservazione e pedinamento, le individuazioni fotografiche) gli investigatori sono riusciti ad  identificare 4 soggetti “sinti” piemontesi, tra loro consanguinei o legati da vincoli di parentela. Secondo la Polizia hanno agito sistematicamente all’interno di un gruppo finemente organizzato e strutturato, nel quale ognuno aveva un ruolo ben preciso. Nell’anno in corso, spiegano dalla Questura, "sono almeno 30 i reati consumati dai due indagati". Malgrado risultassero residenti nella provincia di Torino, di fatto i due abitavano ad Aprilia, in provincia di Latina, e utilizzavano due autovetture diverse per commettere i furti.

Il 28 luglio del 2021 in un quartiere di Roma alcuni poliziotti hanno notato la presenza di una delle due autovetture, regolarmente parcheggiata. All’interno c'erano due individui, e per loro è scattata l'identificazione. Nel frattempo, però, gli agenti notavano altri 2 uomini uscire di corsa da un palazzo: il primo il 53enne veniva bloccato mentre l’altro, il 41enne, riusciva a darsi alla fuga perdendo sul posto il proprio documento di identità. Subito dopo la polizia ha accertato che i due avevano tentato un furto in una abitazione, nei confronti di una persona anziana, con la tecnica dei “falsi tecnici” che però - quella volta - non era andata a buon fine grazie alla reazione della vittima. A quel punto 3 dei componenti del gruppo venivano arrestati e, durante la perquisizione delegata dai magistrati, veniva rintracciato e denunciato anche il quarto uomo, il 41enne che era riuscito a scappare. Le forze dell'ordine hanno ritrovato numerosi oggetti frutto delle truffe, oltre a strumenti tecnici utilizzati per la commissione dei reati, tra cui un liquido blu che i due cospargevano a terra per mostrare alla vittima il colore anomalo dell’acqua contenuta nelle tubazioni. E dopo lo sconforto iniziale, dunque, anche per Giancarlo si è riaccesa la speranza di avere giustizia.